Di che si occupa l’ortognatodonzia?
Indice:
Che cos’è l’ortognatodonzia?
L’ortognatodonzia è il campo della stomatologica che si occupa di cura, di sviluppo dei metodi diagnostici e di svolgimento delle procedure preventive per eliminare diverse patologie del complesso maxillo-facciale.
Dal punto di vista etimologico, i termini ” ortognatodonzia ” e “ortodontista” derivano dalle parole greche ορθός (dritto, corretto) e οδόντι (dente). I primi tentativi di correggere la crescita dei denti vengono nominati sin dai tempi di Ippocrate. Inoltre, sono noti i casi di correzione della dentatura nell’Antica Cina. Tuttavia, lo studio delle possibilità dell’ortognatodonzia è iniziato nel Settecento, con la pubblicazione del libro di P Fauchard “Dentista Chirurgo”.
A partire dall’Ottocento l’ortognatodonzia si sviluppa come un campo separato della stomatologia. Grazie alle ricerche dei medici come N. Kingsley e A. Ergle vengono sviluppati i metodi meccanici per la correzione dell’occlusione e dei denti separati, con l’uso degli appoggi naturali nel cavo orale per eliminare le anomalie della dentatura.
È stato proprio l’utilizzo del carico moderato per il periodo lungo a costituire la base della pratica ortodontica.
I materiali e le costruzioni meccaniche realizzati nel Novecento hanno reso il lavoro dell’ortodontista simile a quello dell’ingegnere. Allo stesso tempo, la conoscenza dei processi di sviluppo e funzionamento del complesso maxillo-faciale ha permesso all’ortodontista di capire la dipendenza di quest’ultimo dai sistemi neurotrasmittente ed endocrino.
L’ortodontista non solo elimina le anomalie di sviluppo della dentatura e della zona mascellare, ma anche impedisce di formare alle malattie causate dai disturbi in questa parte dell’organismo.
Ortognatodonzia come area della medicina
Il metodo principale di terapia e profilassi nell’ortognatodonzia è l’azione meccanica sulle zone anomale della dentatura. Gli appositi apparecchi di correzione vengono posizionati nel cavo orale del paziente per influenzare la crescita e raddrizzare i denti, le arcate mascellari e le gengive.
In certi casi può essere necessario l’asportazione di uno o più denti per rendere possibile la crescita normale delle unità vicine.
Nella competenza dell’ortodontista ci sono le seguenti patologie dei denti:
- dimensioni anomale della mascella (macrognatia, micrognatia e asimmetria);
- posizione anomala delle mascelle nel teschio (prognatia, retrognatia);
- inclinazione anomala delle mascelle;
- rapporto anomalo tra le arcate dentali (occlusione distale e mesiale, inclinazione incrociata degli incisivi);
- quantità anomala dei denti;
- forma o posizione anomale di alcuni denti rispetto agli altri;
- problemi durante la mossa dei denti;
- distopia di inclinazione dei denti.
Che cosa cura l’ortognatodonzia?
All’ortognatodonzia spetta la correzione di diverse anomalie e patologie legate allo sviluppo della dentatura alla fase di formazione o dopo la riabilitazione postraumatica. In questo senso l’attività dell’ortodontista incrocia la terapia ortopedica e la chirurgia stomatologica.
Le categorie principali dei pazienti dell’ortodontista sono bambini e adolescenti nella fase di formazione della dentatura e dell’apparato fonatorio. La tempestiva correzione della dentatura previene lo sviluppo di problemi stomatologici nei bambini in futuro. La correzione dell’occlusione e della posizione dei denti permette di assicurare lo sviluppo corretto della zona maxillo-facciale e il funzionamento normale dell’apparato fonatorio.
Inoltre, nella competenza dell’ortodontista sta la correzione cosmetica delle anomalie di mascello e dell’ovale sproporzionato del viso formatisi a causa delle patologie trascurate della zona maxillo-facciale.
Metodi di cura
La pratica ortodontica si occupa della correzione della forma dei denti e della normalizzazione della base apicale, la “sede” di sviluppo dei denti. L’occlusione dentale, il rapporto tra le dentature inferiore e superiore vengono anch’esse corrette dall’ortognatodonzia. Per realizzarlo occorre spostare o girare alcuni denti in una o più dimensioni. Questo risultato si ottiene attraverso un piccolo sforzo fatto da un apparecchio inserito nel cavo orale del paziente.
Nella pratica terapeutica viene usata la trasmissione della forza sui denti, sulle ossa mascellari e sulla struttura del teschio in generale.
Questo sforzo scrupolosamente regolato non distrugge le unità vicine della dentatura e non ha effetto negativo sulla condizione delle ossa mascellari. Per la maggior parte l’uso di questi apparecchi è completamente indolore, tranne che per il periodo di integrazione quando può causare un certo disagio nel cavo orale. Questi apparecchi vengono spesso fatti rimovibili, per rendere possibile l’igiene del cavo orale e manutenzione dell’apparecchio stesso.
Talvolta, quando l’anomalia della dentatura richiede una soluzione seria, occorre l’intervento chirurgico. I metodi terapeutici nell’ortognatodonzia si dividono in più gruppi:
- meccanico;
- meccanico-chirurgico;
- chirurgico;
- fisioterapeutico.
Il primo metodo, quello meccanico, è basato sull’uso delle forze che formano il sano spazio dentale.
Questo si ottiene attraverso l’inserimento e fissaggio nel cavo orale del paziente degli appositi apparecchi che correggono la pressione graduale sull’elemento regolabile della dentatura.
Il secondo metodo, meccanico-chirurgico, implica la preparazione dello spazio per la correzione delle anomalie della dentatura con l’uso di forza. Comporta l’intervento chirurgico per asportare elementi indesiderati della dentatura, come le radici distrutte dei denti o le zone deformate della mucosa.
Il metodo chirurgico usato nell’ortognatodonzia è mirato alla profilassi degli elementi incurabili della dentatura. Tra essi, le radici storte dei denti dietro o davanti il resto della dentatura.
Il metodo fisioterapeutico comprende degli appositi esercizi per il complesso maxillo-facciale effettuati dal paziente indipendentemente o presso lo studio fisioterapeutico; Inoltre, vengono usate le procedure elettrofisiche, compreso elettroforesi, terapia diadinamica, terapia ad ultrafrequenza o darsonvalizzazione usati per la correzione cosmetica della pelle, possibilmente destrutturata dopo l’anomalia mascellare.
Apparecchi ortodontici
Le costruzioni degli apparecchi correttivi usati nell’ortognatodonzia si distinguono per la definizione dei punti di appoggio e per i tipi della forza meccanica applicata.
Vengono individuati i seguenti gruppi di apparecchi:
- apparecchi di azione meccanica (rimovibili e non);
- apparecchi di azione funzionale (rimovibili e non)
- apparecchi combinati.
Oltre alla divisione per il tipo di costruzione, gli apparecchi ortodontici si distinguono per il tipo di fissaggio e per la durata d’uso.
Gli apparecchi ortodontici di breve uso si chiamano rimovibili.
Queste costruzioni sono obbligatori da portare per diverse ore ogni giorno.
Se invece il processo di correzione della dentatura occuperà diversi anni, l’apparecchio avrà una costruzione non rimovibile.
Le costruzioni combinate hanno un’azione terapeutica complessiva e uniscono le costruzioni interne che interagiscono con i fissaggi ortodontici rappresentati dalle bande elastiche o fili metallici.
La scelta del tipo di fissaggio dipende dall’età del paziente, dalla fase in cui si trova la patologia e dalle particolarità dell’organismo. Ad esempio, l’età puerile o adolescente si associa con gli apparecchi irremovibili, mentre per l’età anziana sono caratteristiche le protesi dentali in un bicchiere di soluzione antisettica.